L'utilizzo di servizi sul cloud pone sempre interrogativi sulla sicurezza delle informazioni che andiamo a memorizzare. Non avere il controllo della farm o avere questa fuori dai confini italiani sono i principali dubbi che molti hanno quando approcciano al cloud. Sebbene gli standard di sicurezza che Microsoft Azure ha siano molto alti, in alcuni casi possiamo ritenere di dover mettere una garanzia in più sull'eventualità che le nostre informazioni vengano rubate o lette da qualcun altro.
In questi casi, come abbiamo già visto nello script #32, la piattaforma sta adottando sui vari servizi un sistema di crittografia trasparente. Recentemente anche gli Azure Storage hanno ricevuto questa funzionalità, attualmente in preview. Per usufruirne dobbiamo disporre di un account di tipo ARM e recarci nelle impostazioni, cliccando sulla voce Encryption. La maschera ci chiede semplicemente se abilitare o meno la funzionalità.

Fatto questo i nuovi blob memorizzati, quindi non quelli già esistenti, verranno automaticamente criptati sui disci e automaticamente decriptati quando andremo a leggerli, in maniera del tutto trasparente. Le chiavi che vengono utilizzate, infatti, sono memorizzate e rinnovate regolarmente dall'infrastruttura di Azure. Non è dato sapere che impatto ha sulle prestazioni, ma i test personali eseguiti rilevano una differenza di fatto impercettibile e poco significante. Questa funzionalità non comporta costi aggiuntivi.
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