Migliorare la scalabilità delle Azure Function con il Flex Consumption

di Cristian Civera, in Azure Functions,

Il Flex Consumption è un nuovo piano di hosting per Azure Functions, disponibile solo per Linux, che introduce miglioramenti significativi rispetto al tradizionale piano a consumo. Quest'ultimo, pur basandosi su un modello di fatturazione pay-as-you-go e offrendo la scalabilità dinamica delle applicazioni serverless, presenta alcuni limiti che possono diventare rilevanti in scenari più complessi. Ad esempio, non permette l'integrazione con reti virtuali, il che impedisce la connessione sicura ad altri servizi Azure all'interno di una rete chiusa. Inoltre, la scalabilità è limitata da un numero massimo di istanze relativamente basso rispetto a carichi di lavoro più intensivi. Un altro limite significativo è la gestione del cosiddetto cold start, ossia il tempo di avvio delle funzioni che, in mancanza di istanze sempre pronte, può generare una latenza indesiderata.

Con il piano Flex Consumption, viene risolta una parte di questi problemi, introducendo maggior flessibilità e nuove funzionalità come il supporto per le reti virtuali, la possibilità di configurare la memoria delle istanze, e l'opzione delle istanze sempre pronte per ridurre i cold start.

Durante la configurazione di una nuova Azure Function, nella schermata di selezione del piano di hosting, possiamo scegliere il piano Flex Consumption. Questo ci consente di abilitare subito tutte le nuove funzionalità che il piano offre, come l'integrazione con la rete virtuale e la personalizzazione delle dimensioni della memoria delle istanze.

Il piano Flex introduce anche altre novità, come il supporto per istanze di memoria più grandi (fino a 4 GB) e la scalabilità su base per-funzione, migliorando la gestione del carico per applicazioni che richiedono un numero elevato di esecuzioni simultanee o con carichi computazionali maggiori.

Nonostante le sue innovazioni, il piano Flex Consumption è ancora in anteprima, e quindi presenta alcune limitazioni. Ad esempio, non è disponibile in tutte le regioni, alcuni trigger come Kafka e Azure SQL non sono ancora supportati, e mancano alcune funzionalità avanzate come gli slot di distribuzione e le impostazioni diagnostiche. Questi aspetti vanno considerati prima di adottare il piano per ambienti di produzione.

Il piano Flex Consumption offre funzionalità avanzate che possono avere un impatto sui costi rispetto al piano a consumo tradizionale. In particolare, se scegli di abilitare le always-ready instances, gestibile per ora solo tramite CLI, pagherai non solo per il tempo di esecuzione delle funzioni, ma anche per la memoria riservata delle istanze sempre pronte. Questo rende il piano Flex leggermente più costoso, ma garantisce prestazioni migliori e riduce drasticamente i tempi di avvio (cold start).
Tuttavia, se scegliamo di utilizzare il piano in modalità on-demand, ovvero senza istanze sempre pronte, i costi rimangono strettamente legati al tempo effettivo di esecuzione del codice, mantenendo un'ottima efficienza economica. Per maggiori dettagli e per calcolare il costo in base alle esigenze, possiamo consultare la pagina di pricing ufficiale: https://azure.microsoft.com/en-us/pricing/details/functions/#pricing

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